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Crisi: cosa vuol dire tornare alla lira

In questi giorni si sta facendo largo l’idea di una possibile uscita dell’Italia dalla zona euro. Tra economisti e uomini politici ci sono diverse opinioni. C’è chi dice che tornare alla lira in questo momento sarebbe dannoso per il nostro Paese, e c’è chi pensa, al contrario, che l’uscita dell’Italia dalla zona euro è l’unica via d’uscita per far fronte alla grave crisi economica in cui si trova il Paese.

L’euro, fin dai primi anni, ha dato prova della sua instabilità. Ricordo la titubanza con la quale accettammo l’entrata in vigore dell’euro. Ricordo la fatica che fecero gli anziani ad imparare a capire il passaggio dalla lira all’euro. Ma come al solito non c’era spazio per le nostre lamentale, e anche se ci fosse stato non sarebbe servito a nulla... avremmo dovuto accettare comunque il cambio di valuta perché messi di fronte al fatto compiuto.

E come volevasi dimostrare, il dubbio sulla sua effettiva sfortuna si sta rivelando oggi in tutte le sue forme. Il fatto che il potere d’acquisto è diminuito di molte migliaia di euro ne è la prova inconfutabile. Infatti, stando al rapporto dell’Ires-Cgil, in 10 anni, ogni lavoratore ha perso 5453 euro di potere d’acquisto del proprio stipendio.

Dati inquietanti, che ci lasciano col fiato sospeso se pensiamo in maniera pratica che fino al 2000 con 100 mila lire in tasca si comprava il doppio di quello che oggi si può comprare con 100 euro.

Non dimentichiamo, poi, il divario che esiste tra il valore intrinseco di una moneta e il suo valore nominale. Il valore intrinseco, cioè il valore dello strumento usato come moneta, dipende dal valore del bene che compone la moneta (costo di produzione, costo della stampa etc..). Mentre, il valore nominale è quello che viene riportato sulla moneta, è il prezzo che viene imposto sul mercato indipendentemente dal suo costo di produzione. Il valore intrinseco di una moneta è sempre molto inferiore rispetto a quello nominale.

Nel caso, invece, delle monete coniate con i metalli preziosi, come nel caso dell’oro, tra il valore nominale e quello intrinseco non vi è questa grande differenza perché il metallo conserva il proprio valore nel tempo. Una moneta d’oro è, quindi, più stabile e non soggetta all’inflazione.

Ciò si spiega col fatto che alla crescita della moneta equivale, analogamente, una crescita della ricchezza reale, pari o quasi alla quantità di metallo prezioso messo in circolazione con la valuta stessa, per cui l’emissione di moneta con valore intrinseco non subisce l’inflazione, ma è un sicuro riparo da essa. Mentre, monete come l'euro o il dollaro sono fortemente esposte ai rischi inflattivi.

Fino all’800, le monete che circolavano erano coniate solo ed esclusivamente con l’impiego di metalli preziosi. Ma, a partire dal 1971, quando anche il Bretton Woods non riusciva più a reggere il passo del mercato e gli interessi economici si facevano sempre più consistenti, non si stampò più moneta in base alle riserve aurifere della banca, ma la moneta stessa diventò “il valore”.

In parole povere, ciò significa che noi acquistiamo dei beni materiali in cambio di una moneta che non ha valore effettivo. Questo valore è stato stabilito dalla banca centrale e accettato nel mercato, ma nella pratica, il suo valore è di molto inferiore al valore nominale. Le banche possono, perciò, stampare moneta nella quantità desiderata, e non più in base alla quantità di oro presente nelle loro casseforti.

Se ci pensiamo bene, tutto questo significa che la moneta attuale ha valore dal momento in cui viene accettata come mezzo di pagamento sulla base della fiducia di chi la riceve come pagamento.

"La crisi della zona euro sembra aver raggiunto il suo culmine, con la Grecia sull’orlo del default e un’uscita ingloriosa dalla zona monetaria, e ora l’Italia sul punto di perdere l’accesso ai mercati finanziari".

Sono queste le sconcertanti parole che si leggono nell’articolo di Nouriel Roubini, economista, presidente della Roubini Global Economics e professore di economia alla Stern School Business di New York, pubblicato l’11 novembre su Project Syndicate.

Nouriel Roubini, 52 anni, diventò famoso dopo aver previsto il crollo dei mercati immobiliari negli Stati Uniti, circa 5 anni fa, che ha conseguentemente dato inizio alla crisi internazionale ad effetto catena.

"Se l’Euro poteva sopravvivere senza la Grecia, stessa cosa non si può dire per l’Italia" afferma il direttore del centro per gli studi di politica europea, Daniel Gros "se c’è un default dell’Italia si rischia che anche altri paesi come Spagna, Portogallo e Francia si trovino in grosse difficoltà". Roubini è ancora più preciso, e pensa che insieme all’Italia potrebbero affondare addirittura altre due economie insieme a quelle menzionate: quella di Cipro e dell’Irlanda.

Sempre secondo l’attenta analisi del professor Roubini, in Spagna e Irlanda, il risparmio privato è crollato, e una bolla immobiliare ha alimentato il consumo eccessivo. Mentre Grecia, Portogallo, Cipro e Italia, sono andati nel pallone quando l’eccessivo deficit di bilancio ha inasprito i già tanti squilibri esterni.

Ciò che principalmente ha scatenato la crisi dell’Euro è stato il fatto che da quando questa valuta è entrata in circolazione, da circa 10 anni, si è verificato un forte squilibrio tra paesi periferici come l’Italia, l’Irlanda, la Grecia e ancora il Portogallo e la Spagna che hanno avuto più uscite che entrate, cioé hanno speso più dei fondi che detenevano.

Al contrario, i paesi centrali dell’eurozona come Francia, Germania, Olanda e Austria sono stati più prudenti e intelligenti, spendendo meno di quello che effettivamente avrebbero potuto spendere, ed esportando più di quanto importassero. Sono stati, insomma, dei bravi risparmiatori!

Secondo il ragionamento del professor Nouriel, se i paesi periferici restano intrappolati in una situazione di deflazione di debito elevato ci sarà un default e saranno costretti a optare per l’uscita dalla zona euro. Questo consentirebbe all’Italia e alle altre nazioni di rilanciare l’economia e la competitività sui mercati internazionali attraverso un deprezzamento di nuove monete nazionali.

Diverso è il punto di vista della Cancelliera tedesca Angela Merkel, che ha dichiarato a Lipsia, durante il congresso della Cdu, che abbiamo ancora bisogno dell’Unione Europea perché sarebbe la rovina dei paesi che ne fanno parte:

"In Germania il 60% delle esportazioni finisce nell’UE da cui dipendono nove milioni di posti di lavoro tedeschi. Se l’Europa crolla, anche la Germania crolla".

Ma il congresso della Cdu ha pensato bene di votare una mozione in cui è prevista la possibilità per uno Stato di uscire liberamente dall’euro, senza che ciò comporti l’uscita dall’Ue.

Questo articolo è stato pubblicato qui

I commenti più votati

  • Di (---.---.---.3) 5 dicembre 2011 17:39

    Mi sembra ovvio che il ritorno alla lira gioverebbe al 90% degl’italiani ma, purtroppo, il rimanente 10% è rappresentato dai poteri forti, unici beneficiari della moneta euro e unici in grado di co nsentire il ritorno alla lira. In pratica, solo un attacco ai mercati finanziari della zona euro potrà mettere spalle al muro questo 10%, cosa che già stà avvenendo. Mi fanno pena quelli che difendono ancora l’euro forti della loro ignoranza in materie finanziarie.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.38) 19 novembre 2011 18:00

    Domanda: che ne sarebbe, in caso di uscita dall’euro, delle centinaia di migliaia di persone che hanno sottoscritti in euro prestiti e mutui, ma che si troverebbero ad avere stipendi in lire con un valore reale decurtato del 50 o 60 % ? Quanti di questi debiti sarebbero a carico di persone impossibilitate a fare fronte alle rate ? E che ne sarebbe in questo caso delle banche e finanziarie che avrebbero in mano una montagna di crediti inesegibili ?

  • Di (---.---.---.196) 20 novembre 2011 21:27

    Cambiare una moneta è una operazione che non si può decidere il venerdi sera ed eseguirla il lunedì mattina. Se solo avessi sentore di una simile eventualità correrrei in banca a ritirare tutti i miei risparmi per portarli pro manibus in nord Europa, cosa che tutti correranno a fare bloccando il sistema bancario, con costi inimmaginabili per il sistema produttivo. La fine dell’euro, se dovesse avvenire, somiglierà - per il disatro che provocherebbe - alla terza guerra mondiale europea. L’intera Europa con i suoi staterelli diverrebbe un’area marginale povera del pianeta.
    Per favore smettetela di scrivere articoli fuori da ogni logica reale, il cui unicorisultato è di aumentare la confusione 

    • Di (---.---.---.132) 9 dicembre 2011 19:43

      Quindi dovremmo ancora subire "l azione" di una moneta che, sfido chinque a dimostrarmi il contrario, in10 anni ha solamente prosciugato, e continua a farlo, i risparmi di tutti?Potresti dirmi quale beneficio ha portato nella nostre tasche l euro?faccio un esempio banale:Un paio di scarpe (superga) in lire costavano 25000, oggi in euro costano 48!!!non sono raddoppiate ma quadruplicate!!!passare alla lira può essere devastante ma difendere l euro pure....

    • Di (---.---.---.62) 7 gennaio 2012 14:39

      SICURAMENTE NON RIESCO A CAPIRE COME MAI LA GERMANIA VUOLE TORNARE IN DIETRO E RIVALUTARE IL MARCO CIRCA 8 VOLTE IL SUO VALORE RITIRARE EURO E RIFRE MARCHE AUMENTANDO I COSTI DI PRODOTTI DA ESPORTARE

  • Di (---.---.---.121) 23 novembre 2011 02:43

    http://www.paolobarnard.info/docs/Il_Piu_Grande_Crimine.pdf  Informati per PIACERE!!!! L’unico modo per salvarci è reintrodurre la Lira e produrre deficit positivo che ci permetterebbe di RI-diventare uno degli stati più ricchi d’Europa e SUPERARE ANCHE la cara Germania che se ha esportato più che importato senza indebitarsi è perché quei prodotti glieli abbiamo comprati NOI!!! Inoltre metteremmo fine al cancro dei DERIVATI!!! In caso contrario...preparate l’orto perché si annunciano tempi BUI BUI BUI.....

    • Di (---.---.---.202) 31 gennaio 2012 13:29

      Ciao, tu stravedi per quel link che posti sempre. Io però ho letto quel testo scritto , e devo dire che è prodotto da mani che conoscono la materia, ed è una persona preparata. Quello che però non approvo è come l’autore sia fissato a dire che avere una moneta sovrana e autoprodursela sarebbe stata la pace dei sensi per ogni italiano, per di più dice che versare moneta autoprodotta all’infinito nel Paese non porterebbe a nessun danno inflazionistico perchè la produzione aumenterebbe di pari-passo.

      Io, pur non essendo un economista ma solo un ingegnere che si interessa a questo mondo, non credo che sia così. L’Italia avrebbe fatto la fine dell’Argentina se avesse continuato a usare la Lira. Quella che ci ha inculato sono stati i bravi amici NEGOZIANTI CHE HANNO PRESO IN PRINCIPIO PER IL CULO GLI ANZIANI E TUTTI NOI METTENDO TUTTA LA MERCE AL DOPPIO!!!!! Anzichè fare la conversione esatta. Questa gente doveva finire in galera secondo me

    • Di (---.---.---.184) 25 giugno 2012 19:55

      sei un grande!!

    • Di (---.---.---.59) 13 novembre 2012 10:09

      Infatti un imprenditore americano ha detto che l’unica via da seguire e’ tornare alla sovranita’ nazionale e monetaria , e promuove
      re riforme necessarie per la crescita. Ci vorra’ del tempo per raggiungere gli obiettivi, ma piu’ aspettiamo e piu’ sprofondiamo nel baratro senza risolvere nulla.

  • Di (---.---.---.67) 30 novembre 2011 15:16

    è vero!! l’uscita dall’euro potrebbe segnare solo una svolta positiva per il nostro paese... anche al cambio lira-euro molte persone avevano mutui sottoscritti cn la lira, nn credo ke qst possa essere un problema!!!

    DICIAMO SI ALLA CARA VECCHIA LIRA!!!!!

  • Di (---.---.---.223) 3 dicembre 2011 20:13

    dobbiamo ringraziare a quel coglione di prodi se adesso viviamo una situazione di merda, persino un alunno della scuola elementare avrebbe capito che la scelta "imposta" dell’euro era una fregatura.

  • Di (---.---.---.3) 5 dicembre 2011 17:39

    Mi sembra ovvio che il ritorno alla lira gioverebbe al 90% degl’italiani ma, purtroppo, il rimanente 10% è rappresentato dai poteri forti, unici beneficiari della moneta euro e unici in grado di co nsentire il ritorno alla lira. In pratica, solo un attacco ai mercati finanziari della zona euro potrà mettere spalle al muro questo 10%, cosa che già stà avvenendo. Mi fanno pena quelli che difendono ancora l’euro forti della loro ignoranza in materie finanziarie.

  • Di (---.---.---.178) 29 dicembre 2011 20:48

    La più grande paura della Cancelliera e del resto d’Europa se non del mondo è l’uscita dell’Italia dall’euro per il semplice fatto che il Made in Italy fà tanta,ma tanta paura!!! Anche e soprattutto ai Tedeschi, ai Cinesi e agli Americani!!! Con il ritorno alla lira saremmo più competitivi all’estero. Non fatevi fregare dagli scogli che vogliono far vedere a tutti perchè quando si vede "TERRA" dopo tanto mare non resta che salvarsi tentando l’approdo e chissà...vuoi vedere che troviamo una bella spiaggia???

  • Di (---.---.---.225) 6 gennaio 2012 11:06

    L’ unica perplessità che ritornando alla LIRA si potrebbe bloccare ancora di più l’ economia.

    In riferimento a quanto affermato dal Prof Rubini e NURIEL c’ è da dire anche che noi non siamo stati cattivi risparmiatori, ma c’è stata un eccessiva offerta rispetto alla domanda, in tutti i settori, principalmente dal lavoro, dall’ esportazione, costretti ad importare, visto che imprenditori hanno trasferito le Aziende in Paesi Esteri riducendo la produzione interna e di conseguenza dei salari.

  • Di (---.---.---.62) 7 gennaio 2012 12:25

    azzeramento debito tra stati euro sono convinto che si puo fare lasciando perdere anche interessi per un perido di 3 anni per aumentare esportazione e aumentare il lavoro

  • Di (---.---.---.16) 8 gennaio 2012 01:00

    sono convinto che si puo fare di piu per uscire dalla crisi ma ci sono altre cose piu importanti prima salviamo le banche e poi forse la gente , altro che speranza , vorrei vedere un politico senza stipendio a pagare una casa o a vivere senza mangiare 

  • Di (---.---.---.16) 8 gennaio 2012 01:22

    vorrei capire se siamo gia convinti o ritorniamo in dietro , avrei un idea perche paghiamo lo stipendio a politici , lasciamo che si organizzano con calma che si prendano anche per il naso io pagherei alla fine legislazione e troppo facile prendere i soldi e non fare niente 

  • Di (---.---.---.233) 8 gennaio 2012 14:05

    fate presto 1 11 71 su milano 

  • Di (---.---.---.246) 30 gennaio 2012 19:26

    sono fermamente convinto che possiamo salvarci solo tornando alla Lira. Non avendo una Banca centrale che ci difende stampando Euro, dobbiamo tornare alla Lira, per stampare moneta, creando inflazione e’ vero, e svalutare il debito pubblico. Si creerebbe cosi’ piu’possti di lavoro, e le imprese esporterebbero molto di piu’.

  • Di (---.---.---.51) 17 marzo 2012 11:10

    IO CREDO CHE SIA GIUSTO TORNARE ALLA LIRA,COSI IN DUE HO TRE ANNI CI RISOLLEVEREMMO,MA CE SEMPRE DA TENERE CONTO DI UNA COSA REALE,IL PROBLEMA DEL NOSTRO PAESE NON E LA MONETA,MA I POLITICI,GUADAGNANO E RUBANO TROPPO,CI PRENDONO IN GIRO A NON FINIRE,E ORA DI CAMBIARE TUTTI I POLITICI A SCELTA NOSTRA,GIOVANI INTRAPRENDENTI CON VOLONTA,PAGATI ADEGUATAMENTE AL LORO SERVIZIO,E CON UN CONTRATTO COME OPERAIO STATALE ADEGUATO,IN MODO DA MANDARLI A CASA OGNI VOLTA CHE QUESTO NON L’AVORA COME PREVISTO HO CERCA DI FARE IL FURBO,E CON LEGGI PIU SEVERE CHE MAI PER COSTUI!CMQ SI ALLA LIRA E NO ALLA POLITICA DI OGGI!


  • Di (---.---.---.174) 1 maggio 2012 15:15

    sono d’accordo, facciamolo subito, uniamoci non paghiamo piu tasse piu niente fino a quando tutti questi politici inutili non scendono del trono, qui ce da prendere una decisione drastica, ci prendiamo anche le conseguenze ma ce da cambiare il paese.

  • Di (---.---.---.40) 16 maggio 2012 19:37

    MEGLIO FALLIRE CHE AGONIZZARE!!!

    LORILIX

  • Di (---.---.---.134) 13 giugno 2012 16:50
    Per chi fosse interessato:
    www.ritornoallalira.it
  • Di (---.---.---.77) 17 agosto 2012 19:26

    Certo che in Italia c’e ne’ di fuori di testa!!!!!Buona giornata a tutti.

  • Di (---.---.---.224) 16 settembre 2013 22:18

    Allora prima di uscire dall’euro sarebbe utile investire in Germania o in francia, no credete che sia piú giusto senza perdere nulla

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