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Al teatro Toniolo le canzoni di Pino Daniele e Enzo Jannacci

A Mestre, i concerti Il cielo è pieno di stelle e Ci vuole orecchio rendono omaggio a Pino Daniele e a Enzo Jannacci.

 

Il cielo è pieno di stelle è un progetto nato da un’idea del critico musicale Ernesto Assante qualche anno fa : reinterpretare solo strumentalmente la musica di Pino Daniele da parte di un collaudatissimo duo, ossia Fabrizio Bosso, tromba e Julian Oliver Mazzariello, pianoforte.

Durante ottanta minuti i musicisti hanno approntato una scaletta di brani in prevalenza del cantautore napoletano. Uniche eccezioni : Wide green Eyes, di Bosso ; Sicily, di Chick Corea, che aveva suonato con Daniele ; Cantabile, di Michel Petrucciani, legato a Se mi vuoi, per concludere tra uno scroscio di applausi il concerto.

Una serata godibile, in cui faceva proprio piacere riascoltare, secondo un intelligente arrangiamento, che non si allontanava dalle intenzioni dell’Autore, alcune belle canzoni, quali Je so’ pazzo, Allora sì, Quando ; una Medley iniziata da Mazzariello al pianoforte solo (Mal di te), proseguita con Un angelo vero, conclusa con Napule è ; Sotto o’ sole ; Anna verrà ; A me me piace o’ Blues, scandito dai battiti della platea. Spettacolare, in quest’ultimo caso, la discesa di Bosso tra le poltrone, per interpretare il brano.

Apprezzati e convincenti i solo di entrambi i musicisti e i numerosi breaks di quattro misure in je so’ pazzo e Sotto o sole.

Bosso ha alternato il soffio a tromba libera con quello mediante l’utilizzo di più sordine : quella per rievocare il Jazz delle grandi orchestre, quando con questa musica si ballava e quella che è ormai un marchio di fabbrica dell’indimenticabile Miles Davis, un riferimento quasi imprescindibile per molti trombettisti.

Trascorsa una decina di giorni, il Toniolo ha ospitato, per due sere consecutive, Stefano Belisari, in arte ELIO, il quale, accompagnato da cinque valenti musicisti, ha presentato lo spettacolo Ci vuole orecchio, una carrellata di quindici canzoni interpretate e scritte da Enzo Jannacci, cantautore originalissimo, che spesso si esprimeva in dialetto e con un modo di articolare le parole che risultava di difficile comprensione.

Nella piéce ci sono testi di Dario Fo, Umberto Eco, Michele Serra e tre di Elio, che come al solito indossa una delle sue numerose parrucche, cha fanno svanire la calvizie.

Scenografia molto colorata, gag fra l’attore/cantante e i musicisti che a volte intervengono coralmente, ma soprattutto le canzoni del medico cardiologo, arrangiate da Paolo Silvestri, hanno fatto trascorrere una serata col sorriso sulla bocca. Non sono mancate le risate, grazie alla verve del protagonista.

I musicisti coinvolti rispondevano ai nomi di Alberto Tafuri (pianoforte) ; Pietro Martinelli (basso elettrico e contrabbasso) ; Martino Malacrida (batteria) ; Giulio Tullio (trombone) : Sophia Tomelleri (sassofono tenore), nipote d’arte : il nonno è il clarinettista Paolo Tomelleri , che suonò spesso in gruppi in cui militava anche Enzo Jannacci al pianoforte.

I testi si sono bene inseriti, dialogando con canzoni quali Faceva il palo ; Son s’cioppàa ; l’Armando ; I calzett de seda ; Aveva un taxi nero ; El portava i scarp del tennis ; L’importante è esagerare ; Ci vuole orecchio, scandita dal clapping della platea, ed altre ancora.

Meritati e affettuosi gli applausi, per uno Show che ha deliziato anche i palati più esigenti e che continua a riscuotere successo, sin dalla prima tappa, risalente all’estate del 2021.

 

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