Germania: cresce AfD, ma la vera sorpresa è Die Linke
«Il successo della Linke è la vera sorpresa delle elezioni in Germania» [1]. A dirlo è Maurizio Acerbo, riconfermato segretario nazionale di Rifondazione Comunista, che va dritto al punto mentre altri commentatori si concentrano sul prevedibile risultato dell’estrema destra.
Nonostante i titoloni che celebrano il raddoppio dei voti dell’AfD (Alternativa per la Germania), Acerbo fa notare un dato evidente: non è certo questo il vero colpo di scena. Il partito di estrema destra, dato in crescita da almeno due anni nei sondaggi, ha confermato le previsioni.
Il vero exploit arriva da sinistra, con Die Linke che balza dall’4,9% del 2021 all’8,77%, smentendo i sondaggi che a dicembre la davano fuori dal Bundestag, ferma al 3%. Alla vigilia delle elezioni, le proiezioni la stimavano al massimo al 6,1%. E invece, contro ogni previsione, guadagna 25 seggi in parlamento, mentre l’AfD si ferma a +69 deputati. L’Unione (CDU-CSU), il partito conservatore tedesco, riconosciuto pubblicamente come vincitore delle elezioni (!) ottiene appena 11 seggi in più del 2021.
Una vittoria politica, non di compromesso
Il risultato di Die Linke non è frutto di compromessi o alleanze strategiche, ma di una campagna elettorale centrata sulle disuguaglianze sociali e sul sostegno concreto alla classe lavoratrice. «Un partito schierato dalla parte dei lavoratori, non dei miliardari», come sottolinea Acerbo.
Altro dato sorprendente è l’affluenza: l’84% degli elettori si è recato alle urne, il miglior risultato dal 1990. Un numero ancora più impressionante se si considera che si è votato in una sola giornata, con seggi aperti dalle 8 alle 18. Un chiaro segnale che il sistema proporzionale tedesco, a differenza del nostro modello bipolare forzato, avvicina i cittadini alla politica.
Wagenknecht fuori dal Parlamento: il tramonto della “sinistra di popolo”
Un’altra notizia degna di nota è la sconfitta di Sahra Wagenknecht. La leader, uscita da Die Linke nel 2023 per fondare il suo movimento personale, la BSW, si ferma al 4,97% dei consensi, restando fuori dal Bundestag per un soffio (circa 13.000 voti).
La sua figura, spesso definita «rosso-bruna» per le posizioni considerate populiste e vicine a certe retoriche di destra, aveva attirato l’ammirazione di alcuni esponenti italiani come Marco Rizzo (Italia Sovrana e Popolare) e persino di ex-politici come Stefano Fassina, che la vedeva come esempio di una «sinistra di popolo» [2]. Tuttavia, i numeri dicono altro: l’esperimento non ha convinto gli elettori.
Per il Partito Comunista dei Lavoratori, la Wagenknecht rappresentava un tentativo fallito di contrastare l’AfD con una versione “di sinistra” dello stesso populismo: «L’ideologia conservatrice di sinistra, in ultima analisi, alimenta proprio i consensi dell’estrema destra» [3], dichiarano i comunisti guidati da Marco Ferrando.
Quale futuro per la Germania?
I giochi, però, non sono ancora finiti. Si attendono ancora i risultati definitivi, soprattutto quelli del voto per posta, e la formazione di un nuovo governo potrebbe richiedere settimane, se non mesi.
Un dato sembra già chiaro: l’Unione (CDU-CSU), riconosciuta come la vincitrice di queste elezioni, sarà l’asse centrale di una coalizione di governo. Resta da capire se basterà l’alleanza con i socialdemocratici dell’SPD o se sarà necessario coinvolgere anche i Verdi.
Sia l’AfD che la Linke sembrano comunque destinate a rimanere fuori dai giochi di governo. Ma per la sinistra tedesca, quella vera, questa è solo la prima di molte battaglie vinte.
Fonti e Note:
[1] Rifondazione, 24 febbraio 2025, “Acerbo (PRC): Successo antifascista della Linke. Alta affluenza grazie a proporzionale”.
[2] Patria e Costituzione, 28 ottobre 2023, “Germania, Sahra Wagenknecht è la nuova “sinistra di popolo”.
[3] Partito Comunista dei Lavoratori, 21 febbraio 2025, “Sahra Wagenknecht: il vicolo cieco del conservatorismo di sinistra”.
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