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Tra 10 anni le pensioni non reggeranno più? Terrorismo o realismo?

In Italia ci sarebbero più pensionati che lavoratori e il rischio è che tra dieci anni non ci sarebbero più i soldi per pagare le pensioni?

L’invecchiamento della popolazione unito al calo delle nascite, combinato anche alle precarietà del lavoro e a stipendi troppo bassi, sono fattori che porteranno il sistema pensionistico al tracollo. E neppure il saldo positivo dei flussi migratori è sufficiente a bilanciare l’emorragia delle casse dell’Inps.

Insomma, non c’è trippa per gatti! Questo a detta dei ‘soliti esperti’ che lanciano l’ennesima allerta sul sistema previdenziale prevedendo come, entro il 2050, gli over 65 potrebbero pesare per il 35 per cento della popolazione e che già nel 2032 la situazione patrimoniale dell’Inps finirebbe in negativo, passando da +23 miliardi di euro del 2023 a -45 miliardi nel 2032.

L’anno zero delle pensioni sarebbe il 2030, quando gli assegni saranno a rischio e il sistema pensionistico italiano dovrebbe implodere! 

È uno scenario realistico, secondo le proiezioni dei ‘soliti esperti’, che incrociano previsioni demografiche e studi sulla spesa previdenziale. E il 2030 non sarebbe una data a caso, ma l’anno in cui andranno in pensione i figli del baby boom, cioè i nati nel magico biennio 1964-65, quando l’Italia nel pieno miracolo economico partorì oltre un milione di bebè.

Insomma, una vera e propria tragedia Ma a pagare saranno tutti? Ovvero la crisi riguarderà anche i pensionati di ieri che sono usciti dal lavoro a 50 anni e con un assegno pari all’ultima busta paga? Oppure toccherà soltanto ai futuri pensionandi?

E inoltre, queste ripetute botte di catastrofismo sono soltanto terrorismo psicologico, per indorare la pillola a tutti quei lavoratori che saranno costretti a lasciare il posto di lavoro a 70 anni e con quattro soldi, o rappresentano un reale rischio di crack di tutto il sistema previdenziale?

Comunque sia, se la catastrofe è imminente – come dicono i soliti ‘tromboni’ – allora sarebbe giusto che a pagare fossero non solo i lavoratori di oggi e futuri pensionati di chissà quale domani, ma anche i ‘fortunatissimi’ pensionati di ieri!

Ma al momento la realtà è una sola, e assai frustrante, e riguarda i lavoratori di oggi che vedono la pensione allontanarsi sempre di più e l’assegno previdenziale diventare sempre più magro.

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