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Il muro di gomma

Le storie ed i volti dei nuovi martiri partenopei

Del cav. Giacomo Onorato

Anni orsono, vidi un bellissimo film con la regia di Marco Risi (“Il muro di gomma”): in esso si narrava la vicenda relativa al disastro aereo di Ustica (1980) e, più precisamente, il coacervo di omertà, depistaggio, menzogne, che ha fatto di quel tragico episodio uno dei misteri irrisolti della Repubblica Italiana, nonostante le 81 vittime.

Anch’io - ormai da anni - mi scontro con il muro di gomma della Curia Arcivescovile di Napoli, il cui comportamento ricorda molto da vicino le vicende narrate nel film di cui innanzi.

Sulla pagina del mio gruppo Facebook (“Veritas Vos Liberat”) che oggi conta oltre 19.000 membri raccolgo - pressoché quotidianamente - storie di diritti negati e vicende al limite del surreale, dove la trasparenza è pura utopìa, e che - purtroppo - non di rado vedono protagonisti (in negativo), uffici diocesani, vescovi, avvocati da strapazzo, ecc.

Ma, soprattutto, sacerdoti, per buona parte - qui a Napoli - non già ministri di culto, bensì impiegati del sacro e mercanti della fede, che fanno della menzogna e del pettegolezzo le proprie armi di delazione.

Nel suddetto gruppo Fb ho approfondito le vicende di quelli che, personalmente, non esiterei a definire “i nuovi martiri della Chiesa di Napoli e da quest’ultima martirizzati”.

Su alcuni accadimenti ho trovato la concreta collaborazione della trasmissione televisiva “Report”, nelle splendide persone di Sigfrido Ranucci, Danilo Procaccianti, Goffredo De Pascale e Carlos Dias (una menzione di sincero ringraziamento anche all’On. Francesco Emilio Borrelli di AVS); cito - fra tante - la vicenda della Cittadella Apostolica di Pozzuoli trasformata in relais di lusso, la canonica di San Biagio ai Taffettanari sottratta ai legittimi residenti e data in fitto ad una banda di camorristi, gli abusi edilizi perpetrati sulla facciata dell’antico convento di Sant’Arcangelo a Baiano. 

Tutte e tre le vicende richiamate vedono, purtroppo, protagonista in negativo la Curia Arcivescovile di Napoli. Ovviamente, la mia sete di giustizia e trasparenza, mi è costata richieste di risarcimento danni, querele, denunce, con alcuni procedimenti archiviati dalla magistratura perché il fatto non sussiste, ed alcuni giudizi ancora pendenti.

All’uopo preciso di non avere alle spalle gruppi di potere che mi pagano gli avvocati, ragion per cui risultano ancora più turpi le richieste di risarcimento, per decine di migliaia di euro, nei confronti di un povero pensionato, buon cristiano ed onesto cittadino, secondo la definizione di San Giovanni Bosco.

Tuttavia facevo sopra riferimento a “i nuovi martiri della Chiesa di Napoli e da quest’ultima martirizzati”: come dimenticare le dolorose vicende della tenace e battagliera Sig. Maria Conte, della dolce Sig. Raffaella Lombardi, del malcapitato Sig. Giuseppe Giacobelli, tutti - da anni - in lotta con l’Ufficio Confraternite della Curia di Napoli e la sua filiazione di Via Sant’Anna dei Lombardi n°44.

Come dimenticare, poi, la vicenda del giovane senza dimora, L.S. di anni 32, cui nessuno ha voluto tendere una mano per reinserirlo nel contesto sociale della città, a cominciare da una accoglienza che lo togliesse dalla strada; l’amara vicenda umana di S.M. di anni 49, intellettuale di strada, che cerca di parlare con la Caritas diocesana di Napoli che neppure si degna di rispondere al telefono; ed ancora Salvatore Esposito, anima della Comunità “Il Cenacolo”, un gruppo che porta conforto ai senza dimora, che cerca solidarietà dall’Arcivescovo e riceve, da un sacerdote, derrate alimentari scadute! La vicenda della Mensa del Buon Samaritano chiusa dall’oggi al domani; le spoglie mortali di uno sconosciuto abbandonate nel loculo acquistato da un’altra persona; il clochard aggredito da una squadraccia per intimorire i poveri ricoverati nei locali dell’ex Convento di Sant’Antonio e Sant’Alfonso a Tarsia; la vergognosa dismissione del patrimonio immobiliare di molte congregazioni religiose, i cui conventi e le cui canoniche vengono trasformati in alberghi oppure B&B.

Sul suddetto gruppo Facebook ho denunciato e combattuto, cozzando spesso contro il “muro di gomma” della Chiesa di Napoli: appuntamenti mancati, email senza risposta, memoriali che giacciono dimenticati in qualche polveroso cassetto. Ma io non mi fermo: prendo atto del fatto che la Curia di Napoli si trincera dietro il suo oltraggioso ed omertoso silenzio ma, dal canto mio, “per amore del mio popolo non tacerò”!

Arrivederci, dunque, alle prossime battaglie.

 

Cav. Giacomo Onorato

 

 

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